Il ticchettio della pioggia
mi ha strappata dal sonno
che era ormai l’alba,
in una città ancora senza voci.
Ho bussato con timida speranza
alle porte del pifferaio magico
e sottovoce
ho domandato:
“Portami lontano
dove il bosco d’inverno
cela in silenzio
occhi di creature
dal passo felpato
e orecchi attenti.
Portami lontano
dove ogni giorno
si attende la vita
come un prodigio.
Portami lontano
nel luogo dell’anima
dove s’incontra quella pace,
che dimora solo nell’essenziale.
Portami lontano
in uno spazio senza confini
dove i sogni sono presagi
di qualcosa che accadrà.
Portami lontano
dove,
da un cielo trasparente,
si intravede il blu cobalto
del paradiso.
Sì, portami lontano…”
Mariella Russo
mi ha strappata dal sonno
che era ormai l’alba,
in una città ancora senza voci.
Ho bussato con timida speranza
alle porte del pifferaio magico
e sottovoce
ho domandato:
“Portami lontano
dove il bosco d’inverno
cela in silenzio
occhi di creature
dal passo felpato
e orecchi attenti.
Portami lontano
dove ogni giorno
si attende la vita
come un prodigio.
Portami lontano
nel luogo dell’anima
dove s’incontra quella pace,
che dimora solo nell’essenziale.
Portami lontano
in uno spazio senza confini
dove i sogni sono presagi
di qualcosa che accadrà.
Portami lontano
dove,
da un cielo trasparente,
si intravede il blu cobalto
del paradiso.
Sì, portami lontano…”
Mariella Russo
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